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Ritrovarsi con un viaggio

Viaggio nella Parigi della Belle Époque – una nuova mostra per un'epoca che non c'è più

2025-09-29 17:20

Francesco Alunno

Conferenza Stampa, toulouse-lautrec, museo-innocenti, art-nouveau, belle-epoque-firenze, arthemisia,

Viaggio nella Parigi della Belle Époque – una nuova mostra per un'epoca che non c'è più

La settimana che chiude il mese di settembre è stata particolarmente prolifica: ben due mostre sono state inaugurate a pochi giorni di distanza l'una

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La settimana che chiude il mese di settembre è stata particolarmente prolifica: ben due mostre sono state inaugurate a pochi giorni di distanza l'una dall'altra: Beato Angelico (visitabile presso Palazzo Strozzi ed il Museo di San Marco) e "Viaggio nella Parigi della Belle Époque" (esposta  al  Museo degli Innocenti) al cui indiscusso protagonista – Toulouse-Lautrec – è quasi interamente dedicata, grazie a Arthemisia che ha curato la mostra.

Tra le più interessanti relazioni presentate alla conferenza stampa una particolare menzione deve riconoscersi a quelle del curatore, Junger Dopplestein e di Maria Teresa Benedetti, una della principali storiche dell'arte, la quale, pur ultranovantenne, ha mirabilmente messo in evidenza le doti umane dello sfortunato autore. Toulouse-Lautrec, seppur affetto da una salute precaria e da evidenti difetti fisici (era alto 152 centimetri), ha saputo ergersi ad esponente di altissimo livello della propria epoca. Un autore che – mutuando le parole della storica Benedetti – non ha mai rinunciato a proporre sé stesso nonostante le condizioni fisiche nelle quali si è trovato per tutta la vita, con  la sfrontatezza di mostrare sempre l'altrui umanità per quello che era, senza fronzoli, inutili orpelli o giudizi, ma illustrando la semplice e banale quotidianità dell'esistenza. La mostra non è solo un'esposizione di circa cento opera di Toulouse-Lautrec, ma si completa con quelle di molti altri autori a lui contemporanei come anche di oggetti di uso quotidiano e domestico (sedie, piccoli tavoli, lampade) quale miglior prodotto dell'Art Nouveau. Fu questo un movimento che influenzò gli ultimi anni del XIX secolo e i primi del seguente per poi chiudersi inesorabilmente con la Prima Guerra Mondiale e che, assumendo diversi nomi a seconda dei luoghi (stile francese Liberty per l'Italia), segnò in molteplici campi la dimensione di un'epoca. Furono anni di un fervore che contaminò tutti gli ambiti sociali ma che nel quartiere di Montmartre ebbe un sicuro punto di rifermento. La mente non può non correre al Moulin Rouge, luogo di attrazione godereccia e spensierata, ma si estende anche ai vicoli ed è alle strade prospicienti con i suoi caffè, i locali notturni, le "case chiuse", trovando l'affermazione di una umanità vera, spontanea, genuina e mai formale che accolse a braccia aperte Toulouse-Lautrec con i suoi vizi e pregi, passioni e limiti, ma senza mai rimprover lui alcunché. Il clima di leggerezza che permeava l'ambiente non potè che stimolare a dismisura la sua esuberanza artistica, la personalità e la passionalità, libero di immortalare nelle sue opere il quotidiano, la semplicità dei personaggi che, al pari di lui, frequentavano tali ambienti.

La mostra vuole illustrare proprio questo ed in tal fine riesce pienamente a raggiungere l'obiettivo.

Aperta al pubblico dal 27 settembre al prossimo 22 febbraio, l'esposizione si articola in otto sezioni districate in un contorto percorso interrotto da filmati d'epoca proiettati su immaginarie porte del tempo. Lungo il viaggio nella passata epoca sarà possibile conoscere, oltre gli oggetti di uso quotidiano di cui si è detto, litografie, acquarelli, disegni, schizzi ma soprattutto manifesti – affiches – che furono per il tempo andato una novità rivoluzionaria, unendo fini pubblicitari a rappresentazioni del reale. Sono queste ultime le opere che attirano maggiormente l'attenzione del visitatore (ma fors'anche le più note). Niente pose artefatte, create a bella posta per il diletto di colui che le rappresentava o destinate ad un pubblico circoscritto all'ambito familiare cui appartenevano i soggetti ritratti, ma la pura e semplice "normalità" del vivere il momento. I soggetti illustrati non erano certamente casuali ma il frutto di una rivoluzione illustrativa: circensi, domatori e domatrici, cavallerizze, ballerine ma anche prostitute, tema assai coraggioso da trattare. Non personaggi presi a caso, non organizzati in posizioni stereotipate, ma liberamente ritratti in pose normali reperibili in una dimensione spaziale ben precisa: Montmartre con tutta la sua panoplia di locali certamente non indicati per i benpensanti (e, spesso e volentieri, malfacenti). Questa fu la Belle Époque in cui la mostra vuole trascinare lo spettatore: spensieratezza, divertimento, leggerezza, ma anche prostitute, balli lascivi (noto per tutti il can can), uso smodato di alcolici (si pensi all'assenzio) ed anche accoglienza senza pregiudizio alcuno di chiunque e dunque anche del diverso quale fu Toulouse-Lautrec, massimo rappresentante di un'epoca nella propria diversità, ma anche genio rappresentativo di un mondo effimero, fors'anche superficiale, che alla sua morte sopravviverà ma che sarà spazzato via per sempre dalla Grande Guerra.
Ringraziamo Arthemisia per averci dato la possibilità di partecipare alla conferenza stampa.
 

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